giovedì 18 marzo 2010

Giocare in inferiorità numerica di Enrico FABBRO



Giocare in inferiorità numerica è una di quelle situazioni che noi allenatori raramente prevediamo: eppure accadono. Può capitare di restare in inferiorità numerica perché subiamo un espulsione, un infortunio grave o un’assenza non….prevista. Cosa fare in queste occasioni? Quale è la soluzione più razionale di fronte alla necessità di giuocare senza un giocatore? La prima considerazione da fare è quella che la squadra, seppur in inferiorità numerica, deve sempre avere equilibrio sia nella fase di possesso palla che di non possesso palla. Poi non dobbiamo perdere di vista i principi di gioco che sono in fase di possesso palla : scaglionamento, penetrazione, ampiezza, mobilità e imprevedibilità. In fase di difesa o di non possesso palla i principi di gioco sono : scaglionamento, azione ritardatrice, concentrazione, equilibrio e il controllo e limitazione in difesa. Di queste caratteristiche mi voglio soffermare su quella dell’equilibrio. Per equilibrio si intende il mantenimento della possibilità di copertura in ogni circostanza. Esempio: diagonale di copertura in ogni zona di campo. Più rigidi diventano i compiti di marcatura a uomo e più è probabile che la difesa perda il proprio equilibrio, cioè le interrelazioni costanti tra i giocatori difendenti. Coprire lo spazio a volte è molto più importante che marcare i giocatori. E’ preferibile mantenere l’equilibrio e la copertura reciproca che inseguire in marcatura un avversario. Dipende sempre se siamo o meno in superiorità numerica. Non ci dobbiamo mai far prendere dal panico. Ma proviamo ad analizzare qualche aspetto:Un 4-4-2 che esaurite le sostituzioni subisce l’espulsione di un difensore centrale. Rapida analisi: chi dei giocatori in campo ha caratteristiche fisiche, tecniche e tattiche per giocare difensore centrale? Seconda domanda: quanto tempo manca? Decido di difendere il risultato o devo provare a recuperare?

Se devo difendere il risultato proverei a giocare con un 4 – 1 – 3 – 1. Quattro difensori in linea, un giocatore di quantità davanti alla difesa che funge anche da play maker basso in fase di possesso palla, tre centrali che presidiano la parte centrale del campo con l’unico attaccante che in fase di non possesso palla fa da schermo davanti ai tre centrocampisti centrali costringendo gli avversari a giocare il pallone lateralmente cioè lontano dalla propria porta. Al giocatore più alto chiederei in fase di possesso palla di alzarsi per consentire alla squadra di avere anche una profondità. L’obiettivo tattico che proporrei alla mia squadra sarà quello di esaltare la fase di possesso palla. Credo infatti che il miglior modo per difendersi sia proprio quello di tenere il pallone. Devo provare a recuperare il risultato: cosa fare? Sposterei il play maker da davanti alla difesa a davanti alla linea di centrocampo. In fase di possesso palla deve avere la capacità di fare il trequartista, dando profondità e consistenza all’attacco. Ma in fase di non possesso palla il trequartista deve rapidamente mettersi in linea con i centrocampisti. In questa situazione grande importanza avrà il movimento dell’unico attaccante che in fase di non possesso palla dovrà essere così bravo di non fare mai pressing da solo, ma solo pressione costringendo, o meglio invitando la squadra in superiorità numerica a giocare il pallone lateralmente. Quando la squadra più numerosa gioca lateralmente il pallone il rischio di prendere goal è sempre più limitato perché su palla laterale, anche se il difensore viene saltato nell’1>1 c’è sempre un giocatore pronto a coprire. Perché e questo è da tenere sempre in considerazione, quando si organizza la fase difensiva di una squadra dietro a chi marca ci deve sempre essere chi copre. Prima di chiudere l’articolo voglio sempre ricordare che il calcio non è una scienza esatta e che nessuno e sottolineo “nessuno” ha la verità. Questa è una riflessione che mi permetto di proporre e che spero possa contribuire a far riflettere su quale scelta fare nel caso in cui ci si trovi a giocare in inferiorità numerica. (Enrico Fabbro)



18/03/2010

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