martedì 11 settembre 2007

MAGISTRATURA ENTRA A GAMBA TESA !


Da oggi i calciatori e i dirigenti oltre ad essere sanzionati e squalificati dall'arbitro possono vedersi inibito l'ingresso allo stadio, e quindi sul terreno di giuoco in occasione delle gare disputate dalla propria squadra di appartenenza, dal questore che in applicazione dell'art.6 della legge 401/89 consente di vietare lo stadio ai tifosi violenti, può essere applicata anche ai calciatori e dirigenti rissosi. Tutto inizia dal ricorso della procura di Caserta che si era opposta all'ordinanza del GIP del tribunale di Santa Maria di Capua Vetere. Il questore di Caserta aveva disposto il divieto di accesso allo stadio per 18 mesi ad un calciatore ed ad un dirigente della Società di 3^ Categoria Calvi Risorta, appartenente al Comitato della LND della Campania, che si erano resi protagonisti di una rissa in campo e negli spogliatoi. La III^ Sez. della Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che il questore può vietare l'accesso negli stadi ( i due tesserati avranno l'obbligo di presentarsi alla stazione dei carabinieri durante le partite) e affermato che "non può ipotizzarsi una rinuncia di giurisdizione da parte dello stato in favore di federazioni sportive, data la diversità tra tutela dell'ordine pubblico e repressione di condotte contrarie alla regolamentazione sportiva". PERSONANALMENTE RITENGO CHE VIENE MENO L'AUTONOMIA DELLA GIUSTIZIA SPORTIVA CHE A MIO AVVISO DOVREBBE POTER RIAPRIRE IL CASO, ADEGUANDO LE SANZIONI, IN PRESENZA DI UNA CONDANNA PENALE.

E' indubbio che, in futuro, bisognerà che le federazioni tengano conto di quanto affermato dalla cassazione e prevedere un percorso che oltre a garantire l'autonomia dei regolamenti sportivi
eviti due pesi e due misure per atti di violenza fuori e dentro il campo.

Boris

martedì 4 settembre 2007

LA SPORTASS CHIUDE

La Melandri liquida la cassa dello sport, anomalia tutta italiana nata nel 1934, l'Ente pubblico garantiva i risarcimenti per infortuni e decessi degli atleti. La sportass è fallita con il suo carico di debiti e inefficienze e lascia per strada atleti e parenti che aspettavano un risarcimento per infortuni, sportivi che allo sport hanno dato la vita. Per lo scioglimento della Sportass sono pronti i decreti attuativi del Ministero dello Sport. per i crediti maturati dagli atleti medagliati e facenti parte del Club Olimpico non ci sono certezze, tantomeno per i 5000 indennizzi per infortunio o morte. La Lega Dilettanti da tempo si è smarcata dalla sportass, in particolare per le sollecitazioni dei dirigenti delle Società stanchi di pagare i premi di assicurazione e di non vedere liquidati gli infortuni dei propri atleti.

VISITE MEDICHE D'IDONEITA'


All'inizio dei Campionati si ripresenta l'annoso problema delle visite mediche per l'idoneità agonistica. I soli tesserati alla Federazione Italiana Giuoco Calcio in Abruzzzo sono oltre 20.000 e si calcola che i certificati rilasciati in tempo utile nono siano più del 60%. E quindi come sempre si rischia mandando in campo atleti che non sono in possesso del certificato medico.I laboratori della Medicina Sportiva come sempre sono inoperosi, per mancanza di prenotazioni, nei mesi di Maggio,Giugno e Luglio, mentre ad Agosto sono stati sottoposti a visita gli atleti di quelle poche Società abituate a programmare per tempo. Oggi le attese per visite richieste e arrivata a più di un mese.

Parallelamente al percorso istituzionale della Medicina Sportiva si muovono alcuni medici dello sport ed alcuni laboratori privati che sottopongono gli atleti a visita medica e rilasciano certificati d'idoneità a prezzi concorrenziali.

Purtroppo come ormai noto, questi certificati non sono riconosciuti dalle leggi in vigore e quindi non offrono nessuna garanzia sotto il punto di vista assicurativo, in presenza di eventuali infortuni l'assicurazione viene attivata solo in presenza di un regolare certificato medico d'idoneità rilasciato dalle strutture regionali della Sanità. La responsabilità della suddetta documentazione è a capo dei PRESIDENTI di SOCIETA' Sportive che devono vigilare e far scendere in campo solo gli atleti in possesso della certificazione medica d'idoneità, essendo loro che rischiano penalmente ed economicamente
a volte con maxi-risarcimenti. Salvo poi alla prima tragedia, ritrovarsi in un mare di guai.