Domattina Giancarlo Abete, accompagnato dal dg Antonello Valentini e dal "ministro degli esteri" Sergio Di Cesare, volerà a Nyon, in Svizzera. Nessuna convocazione urgente dell'Uefa dopo Italia-Serbia. Ma la solo l'occasione, già prevista, per l'inaugurazione di una dependance della massima organizzazione calcistica europea: Michel Platini per questo ha invitato tutti i presidenti della 53 Federazioni europee. Abete così incontrerà il n.1 Uefa ma anche il n.1 della Federcalcio di Belgrado, Karadzic, che ha chiesto (invano) la ripetizione della partita, durata solo i primi 6'. I regolamenti sono chiari: 3-0 a tavolino a favore dell'Italia, visto che gli incidenti sono stati provocati dai tifosi serbi. Una ripetizione sarebbe ingiusta dal punto di vista sportivo, e falserebbe il girone europeo, essendoci anche altre squadre in lizza. La Federcalcio italiana potrebbe pagare una forte ammenda per un'organizzazione carente, quell'arsenale fatto entrare in curva dall'impreparazione della questura di Genova, mentre i tifosi azzurri si sono comportati benissimo. Fra Platini e Abete da tempo c'è freddezza: non solo e non tanto la candidatura (suicida) dell'Italia a Euro 2016 ma il fatto che quando Abete si lamentò (giustamente) con Platini per lo scandaloso arbitraggio di Bayern-Fiorentina fece subito fare un comunicato stampa. Cosa che Platini non ha mai digerito. In questi giorni, dopo i fatti di Genova, i due non si sono mai sentiti. Si vedranno domattina: l'Uefa si aspetta segnali importanti dalle Federazioni europee nella lotta
alla violenza e al razzismo e in questo va detto che Abete è particolarmente attento (poi, come si è visto, non è stato lui a fare entrare Ivan il terribile con quell'armamentario...). Semmai, per il presidente Figc restano altri problemi, grossi, di gestione (vedi Spy Calcio del 16 ottobre): problemi di non facile soluzione. Tutto passa da uno statuto Figc che è nato vecchio e va cambiato: ci prova Carlo Tavecchio con tenacia. Il vicepresidente federale ha un buon rapporto con la Lega di serie A, e questo è importante: va abolito il diritto di veto, o clausola di largo consenso che paralizza qualsiasi iniziativa democratica. Maurizio Beretta chiede più peso per la Lega maggiore, ed è giusto: lo avrà. Possibile che le poltrone in consiglio federale vengano divise in tre parti uguali: dieci posti a calciatori-allenatori-arbitri, dieci alla Lega Dilettanti (di Tavecchio) e dieci al mondo professionistico (presidenti Beretta, Abodi e Macalli). Ma c'è un altro scoglio: entro dicembre bisogna mettersi d'accordo per bloccare i ripescaggi della prossima stagione. Troppi club sono decotti, quest'anno ne sono saltati 21. Senza ripescaggi, la serie B e la Lego Pro avrebbero fatto una salutare curva dimagrante. Ma l'accordo tarda a venire, così come fatica terribilmente Mario Macalli con la commissione riforma dei campionati. Parliamoci chiaro: non c'è la volontà comune di portare avanti un progetto condiviso. Solo se si trovasse un consenso entro questa stagione (ma per ora non ci sono affatto le premesse) la riforma dei campionati potrebbe iniziare dal 2012-'13. Altrimenti slitterebbe più avanti. Chissà quando. Chissà quando, intanto, si sveglierà il superprocuratore Stefano Palazzi: su Premiopoli (brutta storia, tenuta volutamente segreta...) ha fatto fuori due suoi sostituti di cui non si fidava (Mattioli e Grauso) e ha avocato a sè l'inchiesta. Su Calciopoli ha ormai tutto il materiale (intercettazioni, brogliacci, file, cd, dvd...) per poter iniziare. Ma tentenna. D'accordo che questa nuova ondata coinvolge club importanti, ma quattro anni fa Palazzi era stato un fulmine quando c'era da mandare la Juventus in serie B. Come mai adesso non va avanti? I nuovi dirigenti bianconeri hanno chiesto solo una cosa: pari condizioni. Credo ne abbiano diritto.
Fonte:spycalcio

Nessun commento:
Posta un commento