lunedì 18 febbraio 2008

CONVEGNI, VIOLENZA e "SANZIONI IRRISORIE".


Incontrando un dirigente di una Società Dilettantistica Abruzzese che aveva partecipato a Cupello al convegno “Diamo un calcio alla violenza in ricordo di Ermanno Licersi”, mi è stato chiesto cosa ne pensassi dei convegni sulla violenza poiché a suo dire spesso sono inconcludenti e ad alla fine solo parole e parole. Senza esitare gli ho fatto presente che di fronte ad un problema così serio è necessario confrontarsi con la massima attenzione e stabilire un percorso di riflessione e dialogo con tutte le componenti dirigenti, arbitri, calciatori ed in particolar modo con le tifoserie e questo si può fare attraverso dibattiti e convincimenti che non risolveranno a breve il problema ma senza dubbio analizzano i punti deboli sul territorio e permettono di sperimentare iniziative atte a migliorare le situazioni. Per il convegno tenutosi a Cupello di fronte ad eccellenti autorità, questi meritava una presenza più nutrita di Società e meno di dirigenti federali e di curiosi, in quando è stata offerta la possibilità di poter esprimere la solidarietà ai parenti di Licursi e magari riferire sul contraddittorio atteggiamento tenuto dagli organi preposti nella lotta contro la violenza e la disciplina in campo.
E’ sempre stato detto che oltre alla prevenzione c’è bisogno di sanzioni adeguate al rispetto delle regole, invece la stampa in quest’ultimo periodo ha scritto di sconcertanti decisioni prese dal giudice sportivo: in provincia di Teramo per insulti e tentata aggressione fisica nei confronti dell’arbitro è stata comminata una squalifica di tre giornate al giocatore e una multa per comportamento offensivo nei confronti di un calciatore avversario di colore ; in provincia di Chieti una ragazza arbitro è stata aggredita verbalmente ed in modo violento e l’aggressione fisica non c’è stata per l’intervento di alcuni presenti di buona volontà; in provincia di Pescara per uno schiaffo all’arbitro è stata comminata una multa alla società. A denunciare il fatto che questi episodi sono stati sanzionati in modo poco appropriato è una stampa compiacente e da sempre molto vicina agli organi del Comitato della LND Abruzzo, ricordando che oltre alle multe sono previste dal codice di giustizia sportiva altre norme come la penalizzazione di alcuni punti in classifica, partite da giocare a porte chiuse e sospensione della gara. Non credo a quanto mi riferisce il dirigente incontrato, che questo modo controverso di combattere la violenza possa derivare da un fare discriminatorio in vista della scadenza delle nomine dei giudici sportivi e delle cariche elettive del direttivo del Comitato. Ma a questo punto sarebbe meglio che anche per gli organi della giustizia sportiva territoriale si provvedesse attraverso la Commissione di Garanzia della Giustizia Sportiva (art. 34 dello Statuto) come avviene per gli organi nazionali. Inoltre mi pare utile ricordare che tra le novità del nuovo codice di giustizia sportiva circa le sanzioni alle Società c’e la parziale chiusura dello stadio; divieto di tesseramento di nuovi giocatori; retrocessione ultimo posto e sempre la retrocessione alla categoria inferiore.
Tra i poteri disciplinari oltre alle sanzioni del Codice di Giustizia Sportiva i giudici possono imporre misure speciali per garantire l’esecuzione delle sanzioni, e possono adottare prescrizioni dirette ad affermare valori sportivi e favorire processi educativi.

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