Egregio Presidente Papponetti, ma cosa succede?La coincidente evidenza politico-giudiziaria abruzzese di questi giorni, mi spinge ad alcune riflessioni sul futuro del nostro Paese che, a mio avviso, non può che passare per i nostri giovani.
Lo scrittore Albert Camus diceva : “Tutto quello che so della vita lo devo al calcio”, volendo con ciò sottolineare la straordinaria capacità educativa e formativa che questo meraviglioso sport di squadra può avere nel veicolare nei giovani valori come la lealtà ed il rispetto delle regole.
Ma, senza voler fare parallelismi azzardati, se l’attuale classe dirigente politica abruzzese si sta rivelando al di sotto della soglia della decenza, dobbiamo constatare come anche il calcio non sia immune da questo terribile “male oscuro” che sembra attanagliare (per il momento) l’Abruzzo.
Quando ci si candida a ricoprire incarichi di rilievo e di responsabilità, occorre fare un grande bagno di umiltà e chiedersi se non ci sia qualcuno più adatto di noi per ricoprire quel ruolo, altrimenti si rischia di mettere a gestire l’acqua chi inquina, alla sanità chi ruba sui malati, al calcio chi specula sui minorenni.
Spero che questa riflessione aiuti il calcio abruzzese a ritrovare se stesso ed a riproporre una classe dirigente che sappia rinnovare senza perdere quei valori che in passato hanno fatto del comitato Regionale abruzzese un laboratorio di idee e di sperimentazione. La tristezza è tanta nel vedere seduti sugli scranni del consiglio del comitato dei personaggi che nella loro storia sportiva sono noti solo per aver mercanteggiato sulle spalle di giovani calciatori e dirigenti più o meno sprovveduti, così come si resta sgomenti nel leggere notizie come quella di oggi relative proprio a chi si candida a gestire il calcio giovanile in Abruzzo.
Ma evidentemente non si tratta di un incidente di percorso, visto che solo l’estate scorsa un dirigente federale di lungo corso si è distinto per una vicenda analoga e più grave, senza che nessuno battesse ciglio.
Qualcuno ha detto che una volta toccato il fondo non si può che risalire, ma forse a noi capita di cominciare a scavare…
Fate qualcosa, non per noi, ma per i nostri giovani che meritano qualcosa di più e di meglio per il loro futuro sportivo e non solo.
Grazie e scusi per lo sfogo.
Un appassionato del calcio ed un innamorato dell’Abruzzo.
lettera firmata
caro amico,
nel ringraziarti per aver scelto il mio blog per il tuo sfogo voglio rappresentarti tutta la mia passione e l'entusiasmo a mettere in atto progetti per la tutela e la crescita dei giovani sia sotto l'aspetto sportivo che sociale.
Debbo anche dirti che in un sistema democratico prevale la regola dei consensi ed in questa direzione che i dirigenti delle società abruzzesi dovranno muoversi in futuro, visto che siamo alla scadenza del quadrienno, per le prossime indicazioni dei loro rappresentanti alle elezioni che si terranno alla fine dell'anno.
Tra i vari commenti ho scelto di pubblicare il tuo sfogo, in quanto raccoglieva tutti i concetti rappresentati dagli altri e ti saluto con l'augurio che l'Abruzzo possa scegliere i suoi rappresentanti senza subire, in questo periodo, "condizionamenti psicologici" e qualora ci dovessero essere trovare il coraggio civile di denunciarli agli organi preposti in modo da esprimere il proprio voto in piena libertà. Ciaò
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1 commento:
Carissimo sono anche io un vechio dirigente di società che negli anni ha apprezzato il tuo lavoro e quello di Mario Como e di tanti altri addetti ai lavori. Ti scrivo qui per hiedere una cosa, o quanto meno il tuo parere.Ho letto dei ripescaggi in promozione, quindi del Teramo, del Rosciano e la inevitabile cascata di ammissioni sino allaseconda categoria. Mi chiedo dunque,ma era necessario comporre 2 gironi da 19 squadre. Non si poteva,chiedendo una deroga fare uno da 20 e uno da 18? Saro arcaico ma secondo me sarebbe stato meglio. Che ne dici? Grazie e buona serata
Francesco da Ancarano
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