giovedì 18 settembre 2008

LND-FUORI QUOTA E' ORA DI CAMBIARE?

Gent.mo Presidente,
Approfittando del suo blog vorrei esprimere la mia opinione circa l’utilizzo dei “cosiddetti” fuori quota nei campionati dilettantistici. Mai norma regolamentare, a mio avviso, è stata più lesiva nei confronti dei giovani calciatori come quella dell’introduzione dell’obbligo si schierare in campo un certo numero di under. Senza voler arrecare alcuna offesa ai tanti giovani che scendono in campo, oserei chiamarli calciatori “usa e getta”. Il perché è presto detto. Ho avuto modo di constatare che questi ragazzi sono “buoni” (sempre tra virgolette e nell’uso corrente del linguaggio calcistico) solo perchè under, mentre quando perdono tale qualifica, al novantanove per cento, perdono anche il posto in squadra. Spesso smettono addirittura di giocare a calcio, dopo che il regolamento, per un paio di anni, li ha fatti sentire calciatori; pochi continuano a giocare; al professionismo non arriva quasi nessuno. Ma entriamo nei dettagli: 1) Nel CND c’è l’obbligo, nelle stagione agonistica appena iniziata, di schierare in campo un 88’, due 89’, un 90’ (uno di venti anni, due di diciannove anni ed infine uno di diciotto anni). A qualunque latitudine “calcistica” a queste età si è già calciatori anche se non per forza campioni. 2) Nel campionato di Eccellenze e di Promozione la L.N.D. obbliga a schierare due fuori quota, un 89’ e un 90’, lasciando liberi i Comitati Regionali di apportare variazioni in aumento, fermo restando il limite di età per i due indicati. Così quest’anno qualche Comitato (Lazio), scimmiottando il Comitato Interregionale, ha reso obbligatorio in Eccellenza ben quattro fuori quota. Tutto questo ha portato a sminuire anche il ruolo del tecnico, sempre più vicino ad un ufficiale d’anagrafe che ad un allenatore di calcio. Ma passiamo al fatto tecnico in se. Qualche anno fa, personalmente, ho sentito dire da un tecnico di una compagine di serie D (ora approdato, per sua fortuna e per quella dei fuori quota, nel calcio professionistico) che lui utilizzava i fuori quota dove facevano meno danni. In un primo momento sono rimasto sgomento, addirittura scandalizzato; successivamente mi sono reso conto che, evidentemente, non doveva essere il solo a pensarla in quella maniera perché anche tutti i suoi colleghi utilizzavano e utilizzano gli under come esterni, o di difesa o di centrocampo. Così mi è capitato di notare il promettente centravanti inventato terzino e il promettente trequartista (il regista di una volta) utilizzato come esterno alto; posizione deve un tempo, quando non c’ erano le sostituzioni, si relegava il calciatore infortunato tanto (ricordo ancora il radiocronista dire ……tal giocatore infortunato è stato spostato inutilizzabile all’alla). Per cui con questa regola non mi è mai capitato di vedere in campo un difensore centrale fuori quota, mai un regista fuori quota, mai una prima punta fuori quota. Ruoli questi ultimi ricoperti da “vecchi tabernacoli” che da anni calcano i campi delle massime serie dilettantistiche o che scendono a fine, ma proprio a fine, carriera dai professionisti nei dilettanti, CND o Eccellenza non fa eccezione, a cifre che spesso superano anche le sei cifre, mentre gli under sono modestamente retribuiti e devono correre (quasi sempre sulle fasce) anche per i “vecchi tabernacoli”. E, purtroppo, di questa gente, visti i nuovi regolamenti della I e della II divisione, fin dal prossimo anno, ne vedremo sempre di più nei campionati dilettantistici! L’obbligo di impiegare i fuori quota, fortemente voluto anche per ridurre i costi di gestione delle società, alla fine, non ha sortito neanche questo effetto salutare per le società perché, da un lato hanno fatto lievitare fortemente i costi degli ingaggi degli “over” e dei “vecchi tabernacoli” se preferite, dall’altro hanno portato alla corsa per accaparrarsi (a suon di soldoni) quei giovani che comunque non rientravano nei più piani delle squadre professionistiche (quarta quinta scelta) o acquistati da quelle società sportive cosiddette commerciali che il Settore Giovanile e Scolastico della F.I.G.C. (quando esisteva!) ha sempre combattuto. Pertanto la Lega Dilettanti bene farebbe a rivedere la problematica circa l’utilizzo dei fuori quota considerando che quanto accaduto fin ora, per i motivi appena accennati, non ha prodotto benefici né tecnici, per i calciatori interessati, né economici per le società. Di queste poche hanno potuto avvalersi di prodotti del proprio vivaio. Si potrebbe sostituire l’obbligo dei fuori quota sempre in campo, con l’ obbligo (magari anche con l’abbassamento dell’età) di portarne minimo “cinque” o “sei” in distinta come diligentemente aveva fatto qualche anno la lega di serie C, tranne poi ritornare sui suoi passi cedendo al ricatto dell’ Assocalciatori. Con questo sistema si avrebbe veramente la riduzione dei costi perché i giovani, quelli dei vivai delle società dilettantistiche, avrebbero la possibilità di fare le giuste esperienze, maturando adagio, adagio e finalmente, quando mandati in campo dall’inizio o nel corso della gara, giocare nel proprio ruolo. In conclusione un giovane giocherebbe perché è “bravo” e non perché è “giovane”! Di qui l’invito agli addetti ai lavori a tener sempre presente un recente luogo comune, “il calcio è per molti……. ma non per tutti”! Cordialmente.
email- firmata
Cosa ne pensano gli altri dirigenti? Ci sono altre riflessioni?

1 commento:

Peso ha detto...

Vi invito a tal proposito a vedere il mio blo www.mfvittoria.blogspot.com