mercoledì 14 luglio 2010

Baggio e Maldini stop. Per ora L'Italia e il modello spagnolo


Il modello spagnolo è stato evocato di recente anche da Maurizio Beretta, presidente della Lega di serie A. Gli stadi, d'accordo, sono molto meglio dei nostri. Non c'è (o quasi) violenza. I club curano molto i vivai, investendo tantissimi soldi, ma, attenzione, in Spagna c'è un crisi spaventosa nel calcio (3 miliardi di euro di debiti, reggono solo Real e Barcellona) e per quanto riguarda le presenze degli stranieri in Spagna negli ultimi anni si è scesi dal 36 al 31 per cento, mentre in Italia si è saliti dal 29 al 42%. Un vantaggio, come è chiaro, per la Nazionale spagnola. Insomma, la Lega di A si lamenta per un minimo blocco agli extracomunitari (uno scese e uno entra, e non piùà due come lo scorso anno) e poi evoca il modello spagnolo. Meglio lasciare perdere e guardare di più in casa nostra. Dove gli stranieri sono cresciuti a dismisura: nel 1995-95 (anno della Bosman) erano 66. La scorsa stagione 1005, così suddivisi: 611 professionisti di cui 138 extra Ue, 70 mai tesserati per federazione estera. Poi 394 giovani di serie di cui 4 extra Ue e 357 mai tesserati per federazione estera. In serie A i professionisti erano 296. Bloccare gli ingressi di nuovi extracomunitari, passando da due a uno, era da parte di Abete solo un piccolo segnale che è stato colto male dalla Lega di serie A. I grossi club si sono sentiti traditi e (forse) venerdì per protesta non manderanno i loro rappresentanti (tre) in consiglio federale. I club di A si riuniranno giovedì a Milano per decidere quale strategia
tenere: arriveranno addirittura alla rottura, minacciando di staccarsi come la Premier League? Zamparini lo aveva ventilato già nei giorni scorsi. C'è attrito crescente non solo con Abete ma anche col sindacato calciatori e con i vice presidenti federali Tavecchio e Macalli. C'è guerra intanto fra l'Aic (sindacato calciatori) e la Lega Pro, che vuole l'impiego di tre giovani dell'89. Molti club hanno problemi di settori giovanili. Ma prima o poi bisogna studiare qualcosa per uscire dalla palude, no? Oggi in Figc, e poi al ristorante, summit fra Giancarlo Abete e i vicepresidenti (Tavecchio, Macalli e Albertini). Clima cordiale. Un opportuno chiarimento dopo le tensioni dei giorni scorsi. Venerdì, in occasione del c. f., Abete darà le deleghe ma non farà alcuna nomina: congelata la scelta di Baggio per il settore tecnico, quella di Maldini per il settore giovanili, più ingaggi vari (Cabrini, Antognoni, ecc.). Se ne parlerà solo nell'ultimo consiglio federale della stagione, il 30 luglio. Ma ci sono resistenze interne. Che Abete dovrà superare.

fonte: spycalcio

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