venerdì 28 dicembre 2007

COLLINA e le nuove tecniche dell'arbitro.


Il designatore Collina tiene delle relazioni presso l’aula magna di Coverciano ad arbitri,osservatori arbitrali, corso master per allenatori e in questi giorni al corso dei direttori sportivi.
E’ indubbio che promulgare le regole del giuoco del calcio, proiettare azioni e situazioni di giuoco del nostro campionato di serie A unitamente a quelle di altre nazioni promuove riflessioni e dibattiti.
Il risultato più importante che l’AIA ed il suo presidente Cesare Gussoni, si prefiggono, è che attraverso questi incontri si vuol stabilire un rapporto di relazione con le altre componenti che possa portare ad un dialogo che contribuisca a migliorare e conoscere meglio il modo di giudicare dei direttori di gara, e quindi evitare gesti di insofferenza e proteste inutili degli atleti in campo.
La nuova filosofia è quella che gli arbitri sul campo debbono anticipare le azioni e le giocate e per questo è importante per gli arbitri conoscere le caratteristiche dei giocatori in campo e i moduli di giuoco delle stesse. A questo proposito ogni lunedì sono a disposizione degli arbitri su un sito le gare disputate la domenica, in modo da permettere agli stessi di documentarsi e conoscere le tattiche su palle inattive, sullo spostamento dei calciatori in campo,sulle caratteristiche di questi e sui moduli di giuoco.
Pertanto attraverso esempi sulla lavagna, proiezione di filmati su falli e fuorigioco, e soprattutto sulla figura dell’arbitro atleta, con continui raduni e test atletici Collina vuole dare una nuova impostazione e dinamica al modo di arbitrare. La preparazione tecnica e fisica è sempre stata ritenuta indispensabile negli ultimi anni tenendo presente che un arbitro durante una gara percorre dai 12 ai 13 km. pari a quelli di un normale centrocampista.

Il test di preparazione fisica degli arbitri prevedeva nel 1990 di coprire in 12 minuti una distanza di 2000 metri, mentre nel 2002 metri 3000.
Oggi da più parti si sostiene che per arbitrare bene non è sufficiente conoscere il regolamento, bensì bisogna conoscere come si gioca, pertanto oltre alla preparazione fisica, tecnica e importante la preparazione tattica e mentale.

Quindi saper leggere la partita è importante non solo per gli allenatori ma anche per l’arbitro che sapendo dove il giuoco si svilupperà può anticipare il suo spostamento ed trovarsi più vicino all’azione per poter prendere le decisioni più giuste.

Come deve prepararsi l’arbitro per conoscere come si svilupperà la gara che dovrà dirigere?

Informazioni sulle gare disputate dalle squadre in precedenza, informazioni sulle tattiche di giuoco, informazioni sulle caratteristiche dei giocatori.

Tutto ciò permette di avere una preparazione mentale.
Ed infine il coraggio di decidere sempre. ( Thomas Jefferson US president 1801-1809).

Questo ed altro è quanto Collina vuole dai suoi arbitri e finora può essere soddisfatto poiché dopo il primo traumatico impatto gli arbitri si stanno adeguando e presto avremo degli ottimi risultati, come i suoi predecessori non ha un compito arduo ma per lui e tutti è diventata una sfida affascinante.

sabato 22 dicembre 2007

Novità legislative violenza negli stadi


Storicamente, ogni sport ha portato con se una certa carica di agonismo che talvolta ha determinato episodi di violenza. Il fenomeno della violenza nello sport è più antico di quella che c’è nel calcio e tra gli ultras delle curve.
Da un punto di vista normativo qualcosa è cambiato negli ultimi anni.
Alcune sostanziali modifiche si sono verificate con il cosiddetto “decreto pisanu” il quale prevede in particolare:
l'adeguamento dell’ordinamento agli obblighi europei in materia; l'estensione del divieto di accesso a manifestazioni sportive per chi si è reso colpevole di atti di violenza in occasioni sportive all'estero; l'inasprimento delle sanzioni se dal fatto di violenza deriva un danno alle persone; la reclusione da un mese a tre anni se la conseguenza della violenza è il mancato regolare inizio, la sospensione, l'interruzione o cancellazione della manifestazione.
Lo stesso decreto, datato 17/08/2005, è stato convertito in Legge, la 210/2005, che prevede ulteriori restrizioni, come:
l’estensione del divieto di accesso a manifestazioni sportive (D.A.S.P.O.) per chi abbia commesso atti di violenza in occasione di eventi sportivi, anche all’estero;
l’equiparazione degli stewards ai pubblici ufficiali in relazione ai reati di violenza e resistenza.
Quel che è avvenuto durante e dopo la partita Catania-Palermo,dove ha perso la vita l’Ispettore capo della Polizia Filippo Raciti è solo in parte servito a rendere evidente tale situazione agli addetti ai lavori, inducendo le Istituzioni Pubbliche ad intervenire in modo radicale.
Ed è per questo che bisogna menzionare il Decreto Amato del febbraio 2007, convertito in Legge nell’aprile dello stesso anno, introducendo non poche modifiche:
l’adozione del c.d. D.A.S.P.O. anche nei confronti “di chi risulta avere tenuto una condotta finalizzata alla partecipazione attiva ad episodi di violenza in occasione o a causa di manifestazioni sportive o tale da porre in pericolo la sicurezza pubblica in occasione o a causa della manifestazioni stesse”.
Si tratta di una previsione normativa finalizzata a tenere lontani dagli stadi soggetti che possano rendersi protagonisti di episodi di violenza. Inoltre, il D.A.S.P.O. è ora consentito anche nei confronti di chi trasgredisce al regolamento d’uso degli impianti (vale a dire, alle disposizioni in materia di accesso e di permanenza negli stadi, ivi compreso l’acquisto e il possesso di un regolare tagliando), con una durata non inferiore a 3 mesi e non superiore a 2 anni.
Infine, l’art. 3 del DL punisce il lancio o l’uso di oggetti idonei a creare pericolo per le persone (razzi, bengala, fuochi artificiali, bottiglie, petardi, bastoni, oggetti contundenti) con la reclusione da uno a quattro anni, con aumento di pena della metà se dal fatto sia derivato un danno alle persone e con aumento non individuato nel caso in cui dal fatto sia derivato un ritardo rilevante dell’inizio della partita ovvero la sua sospensione, interruzione o cancellazione.
Una cosa è certa: solo la coordinazione e l’armonia tra tutti i soggetti protagonisti del mondo del calcio (Istituzioni Pubbliche; Istituzioni Sportive; Clubs e tesserati; operatori dell’informazione) potranno garantire la prevenzione e la repressione dei fenomeni di violenza, al fine di consentire la vittoria dello Sport e dei suoi principi tanto voluti da Pierre De Coubertin.
da Dr.Salvatore CONTI AB Channell