mercoledì 28 novembre 2007

NUOVA GIUSTIZIA SPORTIVA della FIGC




La giustizia sportiva del nuovo statuto della FIGC
Il Procuratore Federale Palazzi : “ Maggiore terzietà e indipendenza degli organi giudicanti”
Coverciano (FI) - In occasione del seminario di aggiornamento tecnico per giornalisti sportivi organizzato a Coverciano il 29 e 30 ottobre scorsi dall’Ussi (Unione Stampa Italiana ) e dal Settore Tecnico della FIGC , il Procuratore Federale Palazzi ha tratteggiato le linee essenziali delle novità apportate dalle ultime modifiche dello statuto della FIGC in materia di giustizia sportiva.
Maggiore snellezza nei procedimenti con due soli gradi di giudizio e una più accentuata indipendenza e terzietà degli organi di giustizia sportiva sono i primi elementi di rinnovamento della Giustizia nel calcio. La maggiore celerità dei procedimenti disciplinare è assicurata dall’accorpamento della CAF e della Corte Federale sostituiti dall’istituzione della Corte di Giustizia Federale competente a giudicare in appello sui ricorsi presentati contro le decisioni in primo grado del Giudice Sportivo e della Disciplinare.
“ Ritengo che la Federcalcio italiana sia all’avanguardia nell’ambito della garanzia dell’indipendenza e autorevolezza di chi è chiamato a giudicare -ha dichiarato il Procuratore Federale Stefano Palazzi ai microfoni di AB Channel- - “ La nomina degli Organi di Giustizia Sportiva – continua Palazzi- non è più affidata ad un organo politico ma è demandata alla Commissione di Giustizia Sportiva composta da soggetti terzi rispetto alla Federazione e di comprovata esperienza internazionale in materia giuridico-sportiva”.
Maggiore celerità procedurale non implica automaticamente sommarietà di giudizio come ha aggiunto il Procuratore Federale Palazzi cha ha sottolineato come la complessità di questioni giuridiche portino inevitabilmente ad allungare i tempi della Giustizia Sportiva. “ E ‘ chiaro – ha spiegato Palazzi- che nell’ambito del procedimento disciplinare , in base agli interessi coinvolti e alle difficoltà dettate dalle questioni giuridiche affrontate, occorra espletare un istruttoria più lunga e articolata per svolgere le competenze nel miglior modo possibile in ragione delle più basilari esigenze di giustizia .”


Giulio NARDI by AB channel

sabato 17 novembre 2007

AZZURRI alle finali EURO 2008.


Da poco terminata la gara Scozia - Italia con la vittoria per 2 a 1 degli azzurri, sui venticinque della rosa 17 campioni del mondo che si sono comportati come tali. La nostra impressione avuta dal lavoro degli allenamenti e dal clima di serenità, dalla convinzione dei giocatori e del tecnico Donadoni, era corretta si andava in Scozia per vincere,ora si può dire. Sotto una pioggia torrenziale e nella bolgia del tifo scozzese l'arbitro spagnolo dà il via, Zambrotta, Di Natale,Toni rete Italia 1 Scozia 0; dopo un minuto Di Natale, Camoranesi raddoppio fallito di poco.Alla mezzora rete annullata all'Italia per un fuorigioco che non c'è, allo scadere Pirlo respinge sulla linea di porta un colpo di testa che avrebbe permesso alla Scozia di pareggiare e si torna negli spogliatoi. Inizia il secondo tempo al 30° in una mischia la Scozia pareggia con Fergusson in netto fuorigioco, gli scozzesi spingono ma i campioni del mondo tengono e continuano a macinare giuoco; calcio d'angolo di Pirlo salta Panucci, colpo di testa, rete e vittoria dell'Italia che qualifica anche la Francia. Questa la cronaca di una gara fisica, giocata con forza e compattezza del "team" italiano, vinta con grande merito con esempi di grande fair play tra i giocatori in campo, che senza retorica vorremo vedere nel campionato italiano, concludendo lezione di calcio da parte degli italiani e altrettanta di fair play venuta dagli scozzesi. Tutto finisce con i fuochi pirotecnici sopra lo stadio e con i 50.000 i tifosi scozzesi che insieme ai 2000 italiani raggiungevano i pub per una birra insieme,che bello andare allo stadio in Scozia,sarà mai possibile che un giorno questo accada anche in Italia? Mercoledì 21 a Modena l'Italia affronterà le Isole Far Oer per la vittoria che gli consentirà di raggiungere il primo posto nel girone e poi a Giugno in Austria e Svizzera per la fase finale, e chissà?

venerdì 16 novembre 2007

SCOZIA - ITALIA chi perde......è fuori !


Si è concluso presso il Centro Tecnico di Coverciano il raduno della nazionale italiana, il tutto si è svolto in un clima sereno con massima concentrazione e determinazione negli allenamenti ,vista la posta in palio, con molta convinzione di far bene nella partita di Glasgow( ovvero di approdare a Euro 2008).

Molta amarezza per gli eventi che ancora una volta coinvolgono il calcio italiano, ma nulla a che vedere con il clima che si respirava durante la preparazione prima dei mondiali, allora sottoposti al giudizio negativo del paese erano stati i comportamenti avuti da dirigenti federali e di società, unitamente a quelli di arbitri e calciatori.

La gara con la Scozia ha un alto coefficiente di difficoltà, gli scozzesi non hanno mai perso quando giocano sul loro campo e l'Italia non ha mai vinto e pareggiato una sola volta, ma oggi gli azzurri sono Campioni del Mondo ed i calciatori questo lo sanno.

L'Italia ha vinto l'europeo nel 1969 con la doppia finale di Roma contro la Iugoslavia.


mercoledì 14 novembre 2007

IL CALCIO preso.....a CALCI - UN GIORNO DI STRAORDINARIA FOLLIA.





Dopo la morte del tifoso laziale Gabriele SANDRI, in un area di servizio dell'autostrada nei pressi di Arezzo, il calcio è stato messo di nuovo all'angolo con tutte le sue contraddizioni; è lo scotto che si paga a causa della popolarità che riesce ad interessare ed unire la collettività.



IL FATTO


Tutto avviene per un accesa lite tra meno di una dozzina di persone a causa, così si dice, di qualche complimento non troppo galante su una ragazza di una comitiva (4 persone) da parte di altri giovani (5). Qualche occhiataccia, insulti e pochi spintoni e lancio di una lattina di bibita vuota. L'arrivo della polizia, nell'area di servizio antistante, il suono delle sirene e di nuovo tutti nelle due macchine per riprendere il viaggio. Il tutto finito in poco tempo, ma un poliziotto decide che sia il caso di usare la pistola e spara due colpi, una pallottola colpisce il deflettore di una macchina e uccide uno dei giovani che erano a bordo, intanto l'altra macchina si dilegua e ancora oggi viene cercata.


Una forte responsabilità del poliziotto, un tragico errore e non una fatalità.


E il calcio in tutto questo che c'entra?


Fatalità vuole che i due gruppi erano tifosi della Juventus e della Lazio e viaggiavano per raggiungere gli stadi ed assistere agli incontri della loro squadra, ed allora? C'è qualcosa che non torna.


DECISIONI e INFORMAZIONE


I fatti accadono subito dopo le 9 di domenica 10 Novembre, le prime notizie intorno all 12 e riferiscono di un rissa tra due bande di tifosi, di un colpo di pistola che aveva ucciso un tifoso, ma a questo punto è difficile immaginare che le autorità di polizia non sapessero.Iniziano le consultazioni, le autorità sportive chiedono il rinvio di tutte la gare mentre i vertici dell'osservatorio sono dell'avviso di far giocare. Nel frattempo i primi tifosi sono già sugli spalti, mentre gli altri sono nei pressi. Si cerca di capire, si teme la reazione dei tifosi, la decisione non è facile,anzi tutto altro, comunque qualcosa bisogna fare e si decide di rinviare INTER-LAZIO e di far iniziare le altre con 10 minuti di ritardo per ricordare Gabriele Sandri. A questo punto le Agenzie cominciano a raccontare i fatti, inizia il tam-tam di sms e monta la protesta. Questa parte da Bergamo durante la gara ATALANTA-MILAN e non poteva essere diversamente vista la fama dei tifosi bergamaschi, la gara viene dapprima sospesa e poi interrotta su giudizio delle autorità di pubblica sicurezza legittimata a stabilire se vi sono le condizioni di ordine pubblico. La protesta si estende sugli altri campi contro gli uomini della polizia da sempre considerati antagonisti dei tifosi e baluardo di difesa per il rispetto della sicurezza dei cittadini che vogliono vivere, rispettando le regole del vivere civile. A sera, con incomprensibile ritardo, viene rinviata la gara ROMA-CAGLIARI quando molti tifosi avevano raggiunto lo stadio, e qui, l'inverosimile, delinquenti pseudo laziali e romanisti insieme scatenano una guerriglia con assalto alle caserme delle forze dell'ordine. Follia pura. Come se questo gruppo di violenti fosse pronto e aspettava solo il pretesto per ingaggiare una lotta con i poliziotti, e quindi sfogare la rabbia, l'insofferenza e la loro imbecillità contro il sistema Paese.


E il calcio cosa c'entra? Ci deve essere sempre qualcosa che non torna.


LE COLPE. Iniziano i dibattiti delle trasmissioni di radio e televisioni,tutte,che vedono impegnati giornalisti, politici, dirigenti sportivi ed altri soggetti, si fa sfoggio di conoscenze ,esperienze e inviti alla saggezza, il tutto tra tante banalità e qualche riflessione e indicazione giusta. Si è detto: utilizziamo il modello inglese senza tener conto che il nostro paese non ha stadi moderni, leggi adeguate e soprattutto un sistema diverso; si deve fermare il calcio e possiamo essere d'accordo se bastasse solo questo per risolvere il problema; e indispensabile dare segnali forti senza dire quali; si è dimostrata insensibilità non rinviando tutte le gare senza tener conto che in altre occasioni questo è stato fatto con maggior tempo a disposizione e con la chiarezza degli eventi accertati; non è stato fatto nulla dimenticando il decreto Amato, le decisioni dell'osservatorio e le tante gare a porte chiuse, i biglietti nominativi, i tornelli , gli steward etc.., certo si può e si deve fare di più; il calcio è marcio senza tener conto del doping nel ciclismo, le scommesse su incontri truccati nel tennis, della spystori della formula Uno, delle decisioni sui tesseramenti del Basket e ci fermiamo qui perché può bastare. No proprio non ci siamo c'è sempre qualcosa che non torna, forse troppo amore o odio per questa disciplina. Il Calcio ha le sue colpe, non ha saputo frenare quei dirigenti che hanno: trasformato una disciplina sportiva in un business; si sono avvalsi delle leggi dello stato che gli ha consentito la trasformazione delle società sportive in società con scopo di lucro con bilanci inadeguati e poco controllati dalle autorità preposte; che hanno sostenuto le tifoserie, servendosene prima e non avendo poi la forza per poter resistere ai ricatti. Detto questo non bisogna dimenticare gli investimenti nel calcio di molti presidenti che hanno permesso al nostro paese di vincere importanti trofei e alla nazionale di diventare Campione del Mondo per la quarta volta.


CONCLUSIONI .E' nostra opinione che bisogna applicare e far rispettare le leggi che ci sono, intensificare l'azione di controllo e vigilanza, e non solo nel calcio, far sì che le società sportive, le autorità sportive e quelle di governo dialoghino di più alla ricerca di soluzioni che non penalizzino i veri appassionati del calcio ed evitino ai delinquenti comuni di frequentare gli stadi e magari finire in galera, con certezza della pena. Inoltre da tempo si dice che questi delinquenti sono conosciuti dalle società sportive e dalle autorità di polizia, se ciò fosse vero, bisogna far di tutto per prenderli costringendoli a passare le domeniche nei commissariati o quando meno escogitare un sistema che possa controllarli e tenerli lontano dagli stadi, rovinandogli le domeniche e per favore una volta per tutte stabiliamo cosa significa rispettare i diritti umani e cos'è la delinquenza. Altrimenti in futuro ci sarà sempre qualcosa che non torna e il cerchio non si chiude.

















giovedì 8 novembre 2007

FIGC NOMINATI I COORDINATORI REGIONALI SETTORE GIOVANILE



Il Presidente Federale Giancarlo ABETE, come da norme statutarie, ha provveduto alle nomine dei Coordinatori Federali per l'attività giovanile e scolastica nell'ambito delle Regioni, dal 1° Novembre e sino al trentesimo giorno successivo alla approvazione del nuovo regolamento o al più tardi sino al termine della stagione sportiva 2007-2008.








  1. Abruzzo: Mario COMO

  2. Basilicata: Carlo MAGLIA

  3. Calabria: Piero LO GUZZO

  4. Campania: Salvatore AMATRUDO

  5. Emilia Romagna: Umberto MOLINARI

  6. FRIULI VENEZIA GIULIA: Franco FACCHIN (nuovo)

  7. Lazio: Giuseppe CARIDI

  8. LIGURIA: Massimo BLONDETT

  9. LOMBARDIA: Valter COTTINI

  10. MARCHE: Marco BERNACCHIA

  11. MOLISE: Sergio ZITA

  12. Piemonte : Giorgio BERGESIO

  13. Puglia: Manlio INCARDONA

  14. Sardegna : Andrea DEL PIN

  15. Sicilia: Aldo VIOLATO

  16. Toscana: Paolo MANGINI

  17. UMBRIA: Giovanni BONATO ( nuovo)

  18. Veneto: Giuseppe RUZZA
A tutti complimenti e buon lavoro.

martedì 6 novembre 2007

ALLENARE IN ALGERIA NEL MESE DEL RAMADAN



Sto vivendo la mia seconda stagione in Algeria, allenando il Mouloudia Club d’Algeri, squadra che partecipa al Campionato di serie A. E’ la prima volta però che lavoro nel periodo del Ramadan in un paese rigorosamente musulmano. Allenare in questo particolare periodo religioso è molto difficile per il tecnico e soprattutto per i giocatori.
La prima cosa da chiarire è definire con estrema semplicità: che cosa è il Ramadan?
Il Ramadan è il mese del digiuno dei musulmani; dal sorgere del sole sino al tramonto, ogni osservante si astiene dal mangiare e dal bere. Letta in questo modo è semplice, vista dal punto di osservazione di un allenatore italiano che per la prima volta lavora in questo periodo, così importante per i musulmani, è una cosa molto più complessa.

LE ATTIVITA’ UFFICIALI:
Tutti i campionati, compresi quelli del settore giovanile non subiscono nessuna modificazione rispetto alla programmazione ordinaria. Ci sono quindi gare del settore giovanile che si giocano in tutto l’arco della giornata senza bere nè mangiare.
E’veramente difficile anche vedere una partita nel periodo del Ramadan, perché si capisce chiaramente quali e quante difficoltà incontrino gli atleti, ma in questi casi bisogna usare molto tatto e molta diplomazia. Non ho imposto nulla, anche perché non credo sia giusto, molto umilmente ho chiesto a giocatori, dirigenti e tecnici locali, quale lavoro normalmente veniva proposto nei Ramadan precedenti e ho cercato, nel rispetto della religione e delle tradizioni, di apportare delle piccole modifiche che potessero rendere il momento dell’allenamento più facilmente sopportabile.

GLI ALLENAMENTI : Dopo una serie di informazioni raccolte, ho chiesto ai miei dirigenti di mettermi a disposizione un impianto con le luci artificiali per poter lavorare alle 22,00 il primo e il secondo giorno di allenamento (sabato e domenica) per tornare sul campo alle 15,00 il terzo, quarto e quinto giorno di lavoro (lunedì, martedì e mercoledì).
Nella prima settimana di lavoro le cose sono andate abbastanza bene: è certo che il carico di lavoro concertato con il mio preparatore atletico Vito Azzone, si è notevolmente ridotto. Anche i valori registrati dal cardiofrequenzimetro si sono notevolmente ridotti passando al 75%. Certo è che nel primo giorno di allenamento non so, né nessuno mi sa dire, se questa particolare distribuzione dei pasti durante la giornata sia in grado di reintegrare le scorte di glicogeno utilizzare durante la gara. Nel caso in cui le 48 ore che separano la gara dal primo allenamento settimanale, non fossero sufficienti, rischierei di vanificare l’effetto allenante della prima seduta. Ho eliminato l’allenamento mattutina della domenica, che solitamente dedico alla palestra, e sono passato ad un tempo complessivo di circa un’ora e quindici di lavoro. Nelle sedute “notturne” la parte atletica è stata sicuramente quella più importante. Ho notato durante le esercitazioni tecnico-tattiche una difficoltà maggiore nella gestione del pallone. E’ molto facile vedere giocatori tecnicamente molto dotati, commettere errori macroscopici, che in situazioni normali mai avrebbero commesso. La velocità d’esecuzione del gesto è molto rallentata. Sembra di assistere ad una gara alla moviola. I giocatori si sanno comunque ben gestire durante questo mese e, soprattutto i più esperti sanno ben dosare le energie per “cercare” di arrivare alla fine della gara in maniera decente. Gli ultimi dieci minuti di gara sono veramente molto difficili per tutti. La temperatura che si aggira sui 30° C, l’orario delle gare diurne fissate per le 14,00, lontano nove ore dall’ultima assunzione di cibo e acqua. Se poi si aggiunge che alle 16,00, al fischio finale dell’arbitro, mancano ancora quattro ore per poter bere e mangiare, ci si rende conto delle difficoltà oggettive che questi atleti incontrano
Non mi permetto ne mi compete fare considerazioni in merito su una questione così importante come il Ramadan per i musulmani. Credo però che se si vuole veramente venire incontro alle difficoltà dei giocatori musulmani e degli sportivi in genere, potersi allenare sempre in notturna e giocare la sera alle 22,00 renderebbe tutto più facilmente sopportabile .
Ma quando si vivono esperienze professionali come quella che sto vivendo in Algeria, bisogna avere l’intelligenza di entrare nella cultura, nei costumi, nella religione del paese che ti ospita, rispettarne le linee guida e al loro interno cercare di portare dei correttivi che possano migliorare la prestazione. Per tutti coloro che pensano di poter lavorare all’estero bisogna mettere nel conto anche questo tipo di situazioni che sicuramente contribuiscono ad ampliare l’esperienza maturata e che ti “costringono” a ricercare continuamente soluzioni che possano migliorare la prestazione, ripeto, entro i confini tracciati dalla cultura di un altro paese. Un ultimo pensiero che mi viene in mente, da allenatore che ha operato per un decennio nei settori giovanili di Lodigiani e Lazio è questo: nel nostro Paese, l’Italia, la presenza di persone musulmane è sempre più numerosa. Figli di emigranti che nascono in Italia, vanno nelle nostre scuole, sono cittadini italiani a tutti gli effetti e ……musulmani. Noi allenatori italiani siamo in grado di proporre dei lavori differenziati a questi giovanissimi in questo periodo particolare del Ramadan? Abbiamo la capacità di far accettare agli altri ragazzi una religione diversa dalla nostra che comporta abitudini, comportamenti differenti? E’ una riflessione che faccio a me stesso, e che rivolgo ai miei colleghi. La civiltà di un Paese si misura anche sulla capacità di ascoltare e rispettare gli altri. Nel mondo esistono un 1.300.000.000 musulmani, in Italia 500.000, numero che sta aumentando in virtù di una legge che favorisce il ricongiungimento famigliare. Non conosco il dato numerico dei giovani musulmani tesserati dalla FIGC, ma sono convinto che il Calcio sia un vero strumento d’integrazione nella nostra società. Gli allenatori di Settore Giovanile ai giocatori, sono abituati a chiedere solo l’anno di nascita e il ruolo. Non chiediamo mai di che religione sei. Perché il Calcio per noi va oltre i confini di un Paese, va oltre il credo religioso. Gli allenatori di calcio, indipendentemente dalla categoria nella quale operano, possono rappresentare un vero esempio da seguire per molte persone che ancora non hanno capito di vivere nel secolo della globalizzazione culturale e che sono convinte che il modo migliore per vivere sia quello di rinchiudersi nelle proprie certezze.

Enrico Fabbro
Allenatore Professionista della F.I.G.C.

lunedì 5 novembre 2007

BLATTER E LA MOVIOLA.... forse sì, forse nò!



In recenti interviste rilasciate alla Gazzetta dello Sport Sepp BLATTER, presidente FIFA, dichiara che nel calcio l'ingresso della moviola frazionerebbe troppo il giuoco ,provocando interruzioni discussioni senza avere la certezza della decisione, che a suo avviso deve essere immediata.


Non esclude, comunque, altre sperimentazioni. Oltre a quella già effettuata con i video in campo, fatto in segreto dalla federazione Francese e l'arbitro Quiniou, con l'arbitro che al monitor, parla con un altro arbitro e magari con un supervisore senza giungere ad una decisione chiara, e non esclude il pallone con il chip, difficile e costoso.


Per quando riguarda gli altri sport non vuole sentire parlare di Tennis dove, afferma, si fermano sempre, per il calcio ci vorrebbe una tecnica unica e tante telecamere, e questo non è possibile in egual misura su tutti i campi, rendendo delle disparità tra calcio ricco e povero.


Si impegna per il 2008 ad attuare sperimentazioni tra Olimpiade, Mondiale Under 17 e under 20 Donne, sempre che l' International Footbal Association Board ( organismo che fissa le regole del giuoco del calcio e composto da 8 membri: 4 dirigenti Fifa e 4 appartenenti rispettivamente alle fedrazioni Inglese, Scozzese, Gallese e Irlandese del Nord ) che protegge le regole del calcio accetti le proposte delle Fifa.


Quanto affermato da Blatter, come logica globale mi trova d'accordo un po' meno quando afferma che il calcio è perfetto e non c'è niente da cambiare.


Personalmente sono convinto che il calcio non è una scienza ma deve servirsi e applicare ciò che viene dettato dalla psicologia, dalle tecniche di preparazione applicate alla biomeccanica, dalle tecniche di applicazione dei moduli di giuoco, dalle tecniche di comunicazione e quant'altro.


Inoltre mutuare da altri sport non sarebbe disonorevole, come per esempio far calciare 10 metri avanti un calcio di punizione in presenza di una protesta oppure stilare una classifica a parte, dando 1 punto ad una squadra che vince con uno scarto di 3 reti, tenendo conto in caso di pari punti in classifica,sostituendo cosi la classifica avulsa. E voi quali altri suggerimenti ?
Boris.